1 luglio 2020
Contratti di investimento e patti parasociali: quali i limiti alla tutela dell’investitore?
Una interessante sentenza del Tribunale di Milano – sez. specializzata impresa, n. 1195/20 – ha chiarito i limiti che devono essere rispettati nella redazione di un accordo di investimento e ai contestuali patti parasociali, per non incorrere nella nullità prevista dall’art. 2265 c.c..
In particolare secondo il Tribunale, l’intero meccanismo dell’accordo, esaminato nel suo complesso e nell’interezza delle sue previsioni poste a tutela dell’investitore, gli assicurava sempre e comunque la possibilità di beneficiare degli eventuali guadagni e di non sopportare le perdite, attraverso plurime opzioni CALL e PUT che potevano essere esercitate dall’investitore in base all’andamento dell’impresa, ed anche nel caso di fallimento dei progetti di business sottesi all’accordo di investimento e persino dopo la messa in liquidazione e per il caso di conclamata insolvenza, recuperando integralmente quanto investito, se non addirittura somme superiori all’investimento effettuato.
Un siffatto complesso normativo era evidente un esonero assoluto e costante dalla sopportazione delle perdite, con elusione del divieto di patto leonino; divieto che, per giurisprudenza consolidata, deve essere riguardato in senso sostanziale e non certo formale (Cass. 8927/ 1994).
10 aprile 2020
La determinazione dei compensi degli amministratori delle S.p.A.
Con una pronuncia che riguarda una vicenda nota anche al di fuori della cerchia degli specialisti – si trattava dei rilevanti compensi che le Ferrovie dello Stato avevano versato al suo presidente, ing. Giancarlo Cimoli – il Tribunale di Roma ricorda che nelle S.p.A. la norma fondamentale sulla determinazione dei compensi agli amministratori è l’art. 2389 cod. civ., la quale al primo comma dispone: “1. I compensi spettanti ai membri del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo sono stabiliti all’atto della nomina o dall’assemblea. (…) 3. La rimunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche in conformità dello statuto è stabilita dal consiglio di amministrazione, sentito il parere del collegio sindacale. Se lo statuto lo prevede, l’assemblea può determinare un importo complessivo per la remunerazione di tutti gli amministratori, inclusi quelli investiti di particolari cariche.”
Viene escluso che il compenso possa essere determinato, anche in virtù di una clausola statutaria, dal Consiglio di amministrazione, ai sensi del primo comma.
Ma è da sottolineare il ragionamento dei Giudici riguardo alla previsione del terzo comma: secondo la sentenza in commento il fatto di ricoprire la veste di amministratore delegato non comporta secondo il Tribunale l’attribuzione di “particolari cariche”, con la conseguenza che anche la determinazione di tali compensi deve passare attraverso una determinazione dell’assemblea.
17 febbraio 2020
Limiti ai patti parasociali e clausole nulle
Con una interessante sentenza la Corte di Appello di Milano (sentenza 1195/2020 – RG 5727/2017) ha analizzato un complesso accordo, consistente in un contratto di investimento e in un patto parasociale, quest’ultimo comprendente una opzione put a prezzo fissato convenzionalmente.
Secondo la Corte tale complesso contrattuale può considerarsi in violazione del divieto di patto leonino ex art. 2265 c.c. qualora dall’esame dell’intero e complessivo sistema di clausole dell’accordo in cui l’opzione è inserita emerga la realizzazione di un finanziamento elusivo della causa del contratto di società, idoneo ad escludere il socio da ogni possibile perdita del capitale sociale.
Non è dunque meritevole di tutela ex art. 1322 c.c. per difetto o illiceità della causa concreta un accordo di investimento e patto parasociale con cui viene attribuito ad un socio un diritto di opzione put a prezzo convenzionalmente stabilito, esercitabile anche nell’ipotesi di riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale.
Tale assetto contrattuale gli consentirebbe di sottrarsi illegittimamente e in modo assoluto e costante da ogni forma di perdita, potendo egli sempre ottenere senza la sopportazione di alcun rischio il rimborso del proprio credito mediante la mera retrocessione della partecipazione sociale al prezzo prestabilito.
6 settembre 2019
Cessione di azienda, inadempimento e clausola risolutiva espressa
Interessante pronuncia del Tribunale di Torino (16917/2017) resa il 31.7.2019 su di un reclamo in materia cautelare, anche per i suoi riflessi nella redazione dei contratti di cessione di azienda, e, in termini più generali, per l’utilizzo delle clausole risolutive espresse.
Nel contratto in questione le parti avevano convenuto espressamente l’applicazione “della clausola risolutiva espressa di cui all’art. 1456 c.c., che potrà essere invocata dalla parte cedente anche in ipotesi di ritardo o mancato pagamento, da parte della cessionaria, di 3 (tre) rate qualsiasi, anche non consecutive“.
Il Tribunale, nel prendere atto di tale pattuizione, l’ha confrontata con la più recente giurisprudenza della Cassazione (cfr. sentenza 23868/2015), secondo cui, “l’agire dei contraenti va valutato, anche in presenza di una clausola risolutiva espressa, secondo il criterio generale della buona fede, sia quanto alla ricorrenza dell’inadempimento che del conseguente legittimo esercizio del potere unilaterale di risoluzione“.
La pronuncia ha ritenuto dunque non sufficiente, ai fini della risoluzione di diritto del contratto, la sola verificazione dell’inadempimento previsto nella clausola risolutiva espressa, in quanto anch’essa deve essere interpretata (art. 1366 c.c.) ed eseguita (art. 1375 c.c.) secondo buona fede.
Il principio di buona fede diventa pertanto (…) canone di valutazione dell’effettiva esistenza di un inadempimento di uno dei contraenti e del conseguente legittimo esercizio del potere unilaterale di risolvere il contratto, dovendosi negare efficacia all’atto di esercizio del potere ex art. 1456 c.c. quando il mancato adempimento o ritardo nell’adempimento, pur previsto, sia oggettivamente di scarsa importanza.
Tale criterio da ultimo precisato è dunque tale da non poter essere convenzionalmente derogato dalle parti.
7 marzo 2019
Cooperazione giudiziaria europea e Brexit: la comunicazione della Commissione
Dato l’approssimarsi della data ormai fatidica del 29 marzo 2019, e nell’attesa talvolta spasmodica di un accordo dell’ultim’ora, la Commissione emana una breve ma efficace “avviso ai naviganti” che, nel nostro caso, sono tutti coloro che si ritrovano a gestire situazioni in cui entrino in gioco le norme UE sulla cooperazione giudiziaria civile.
19 febbraio 2019
Semplificazione delle formalità per la presentazione di alcuni documenti pubblici dell’UE
Dal 19 febbraio 2019 è in vigore in via definitiva il Regolamento (UE) 2016/1191 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 6 luglio 2016 che promuove la libera circolazione dei cittadini semplificando i requisiti per la presentazione di alcuni documenti pubblici nell’Unione Europea e che modifica il Regolamento (UE) n. 1024/2012.
28 gennaio 2019
La cooperazione europea procede…almeno tra Francia e Germania. – il nuovo trattato di cooperazione Franco-Tedesco
In uno scenario a dir poco difficile in cui si dibattono l’UE e i suoi Stati Membri, Francia e Germania lanciano un segnale chiaro agli altri membri e rafforzano la cooperazione bilaterale, invero già particolarmente stretta in virtù del Trattato dell’Elyseo del 1963….
7 gennaio 2019
Contratti internazionali e giurisdizione: le soluzioni in àmbito UE – un seminario all’Università di Maribor (SLO)
Sono molto grato alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Maribor per avermi invitato a tenere un seminario sulle regole di giurisdizione UE sui contratti internazionali.
26 novembre 2018
Le misure di embargo e i contratti internazionali – Un eccellente pomeriggio di incontri di alto livello all’Università Ca’ Foscari di Venezia
Grazie all’inesauribile attivismo del Prof. Fabrizio Marrella si è svolto all’Università Ca’ Foscari di Venezia lo scorso 19 novembre un interessantissimo pomeriggio di studio, confronto e dibattito tra alcuni dei migliori specialisti dei problemi che riguardano il commercio internazionale e i relativi contratti.
5 novembre 2018
Guerre commerciali e Imprese a Nord Est: dazi, sanzioni internazionali o nuove opportunità di affari?
Sono orgoglioso dell’invito dell’Università Ca’ Foscari per il prossimo 19 novembre per un incontro di studio su di un tema di assoluto rilievo per imprese e professionisti coinvolti nel processo di internazionalizzazione. Un appuntamento che vede la partecipazioni di specialisti di varie discipline, comunque connesse con il commercio internazionali e i suoi problemi. Save the date!